Ferrari 640 F1: una macchina che aveva un'anima

Ferrari 640 F1: una macchina che aveva un'anima© Motorsport Images

Il 26 marzo 1989, al GP Brasile, la Ferrari 640 F1 apriva il mondiale vincendo: era la prima nata dopo la morte di Enzo Ferrari, ma era soprattutto la prima vettura dotata del rivoluzionario cambio semi-automatico, una soluzione che avrebbe fatto scuola

26.03.2024 15:13

Fosco raggiunto... in piscina

E così, dopo una serie interminabile di test, arrivò la prima macchina con il cambio semi-automatico, la 640 F1. Nel frattempo, anche giornali e riviste specializzate avevano imparato a conoscere Fosco De Silvestri, e qualcuno lo chiamava Mandrake: Fosco era magro, con i baffetti e con una mantella nera. A portarla in gara, Berger e Mansell sotto la gestione di Fiorio. Ma c'era un problema: per quanto avveniristico, il nuovo cambio non era ancora pronto per dare garanzie sull'affidabilità lungo tutta una corsa. Tuttavia il dado era tratto, non si poteva tornare indietro: ed il Cavallino Rampante volò in Brasile, per il primo round della stagione, tra le mille perplessità emerse durante le prove invernali. Mandrake, pardon Fosco De Silvestri, non era un habitué della pista: quel weekend aveva deciso di passarlo nella casa di campagna della sorella. La domenica, qualcuno fece il numero di sua sorella che gli allungò il cordless in piscina: ad interrompere il suo bagno fu Guido Castelli, uno degli ingegneri Ferrari. Gli chiese lumi, perché le macchine non riuscivano a fare un giro nel warm-up. Fosco, quello che conosceva più di tutti quel cambio, dette qualche dritta. Click. Mancava poco alla gara.

Jacarepaguà 1989: si fa la storia

Quando si spensero i semafori, in Ferrari erano convinti che di strada le 640 F1 ne avrebbero fatta poca. Berger si ritirò subito sì, ma per un contatto con Senna; Mansell, invece, rimase in pista. Superò Patrese, poi i giri passavano ma lui continuava a filare. Un pit-stop, con un cambio del volante da brivido, per assicurarsi di arrivare in fondo. E ci arrivò in fondo, il Leone: niente in Formula 1 sarebbe stato più come prima.

Di Ferrari vincenti ce ne sono state tante, anche molto più della 640 F1, che andrà in pensione alla fine del 1989 con tre successi in 16 GP (Mansell vinse di nuovo in estate in Ungheria, Berger in Portogallo), 0 pole, 4 giri veloci e soprattutto una mitragliata di ritiri, in buona parte legati ad un'affidabilità precaria. Eppure, quella macchina, aveva cambiato per sempre la direzione della F1. La prima macchina del dopo Enzo Ferrari che vinceva con l'ultimo pilota scelto da Enzo Ferrari, il quale aveva nobilitato una di quelle intuizioni che avevano reso grande la Ferrari. Fu la storia in diretta, insomma. E oggi, in tutte queste F1 modernissime, la soluzione del cambio con le leve dietro al volante è ancora uno degli elementi caratteristici, passato poi ad altre categorie e soprattutto pure in campo industriale. Se la F1 è quella che è oggi, è anche perché oltre ai piloti ci sono stati ingegneri, macchine e soluzioni capaci di firmare con inchiostro indelebile un passo di questa storia. Provate a dirlo adesso, che le macchine non hanno un'anima.

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