Ferrari 640 F1: una macchina che aveva un'anima

Ferrari 640 F1: una macchina che aveva un'anima© Motorsport Images

Il 26 marzo 1989, al GP Brasile, la Ferrari 640 F1 apriva il mondiale vincendo: era la prima nata dopo la morte di Enzo Ferrari, ma era soprattutto la prima vettura dotata del rivoluzionario cambio semi-automatico, una soluzione che avrebbe fatto scuola

26.03.2024 15:13

Non vi fidate di chi vi dice che le monoposto di Formula 1 sono solo un ammasso di tecnologia e pezzi di carbonio. Sono sofisticate, estreme, velocissime, uniche: ma pur sempre macchine. E invece no. Ci sono macchine che hanno un'anima. Impalpabile, impercettibile, forse pure nascosta. Ma ce l'hanno, come ce l'aveva la Ferrari 640 F1 del 1989. 

Trentacinque anni dopo, la sua soluzione più famosa è ancora alla base delle attuali F1. Chi segue le corse, non può non conoscerla: la 640 F1 è la macchina che introdusse per prima il cambio semi-automatico. Quello delle levette dietro al volante, per intenderci. Quello che mandò in pensione la soluzione della leva del cambio tradizionale e del pedale della frizione, una rivoluzione degna dei "buoi dietro al carro", cioè il motore al posteriore, oppure della comparsa delle appendici aerodinamiche sui "tubi" che erano le F1 alla fine degli anni '60. Ci sono macchine che hanno un'anima, appunto, ed alcune l'hanno venduta al diavolo come Dorian Gray, perché restano eterne. La 640 F1 è una di queste.

Tutto nel libro di Fosco

Le macchine hanno un'anima ed in loro c'è quella di chi le ha progettate, costruite, sviluppate. Nella 640 F1, per esempio, c'è l'animo ingegneristico di John Barnard e di Fosco De Silvestri, i due nomi più legati a questa vettura. John era il capo progettista, ma Fosco fu l'uomo che portò fino in fondo la soluzione del cambio sequenziale. E ne è talmente orgoglioso, Fosco, che ci ha fatto un libro per rendere immortali quei momenti: il libro si chiama "Ferrari - La realizzazione di un sogno", ed è il racconto di progetti incredibili e aneddoti indimenticabili. E' un libro che è un testamento professionale, un racconto lungo una carriera che con il cambio semi-automatico visse il punto apicale. Senza nulla togliere al prima ed al dopo della carriera di De Silvestri, quella resta una svolta senza precedenti. Per lui, per la Ferrari e per tutta la F1.

640 F1, macchina iconica per tanti motivi

Si può anche fare finta che quest'anima non ci sia. Ma basta raccontarla, la storia della 640 F1, per rendersi conto di cosa abbia rappresentato. Fu, ad esempio, la prima macchina a nascere dopo la dipartita di Enzo Ferrari, scomparso nell'agosto del 1988. Fu la prima Ferrari gestita in pista da Cesare Fiorio, che forse a questa vettura ci è affezionato quasi quanto ad una delle sue Lancia del Mondiale Rally. Fu pure la prima Ferrari guidata dal Leone, Nigel Mansell, che con questa vettura scrisse la storia vincendo inaspettatamente il GP Brasile del 26 marzo 1989: 35 anni fa, appunto. Per non farsi mancare nulla, la 640 F1 dava il bentornato ad una creatura sempre apprezzata a Maranello: il 12 cilindri aspirato, rientrante nell'anno in cui il Circus diceva nuovamente addio ai motori turbo che sarebbero rientrati solo nel 2014. 

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