L'editoriale del Direttore: GP Australia, un magico risveglio

L'editoriale del Direttore: GP Australia, un magico risveglio

L'alba italiana è stata rischiarata dall'inattesa doppietta Ferrari a Melbourne: 

Andrea Cordovani

25.03.2024 18:00

Domenica scorsa, mentre alle nostre latitudini il cielo si illuminava a giorno, è accaduto il miracolo. Un risveglio magico, come se quelle immagini che passavano davanti agli occhi fossero ancora un sogno. A luci rosse. Scene da godimento assoluto per la Ferrari e il suo popolo. Una doppietta inaspettata, meritatissima, clamorosa. Un’alba magica per il Cavallino. Un uno-due firmato Sainz-Leclerc, carico di significati, denso di emozioni, intriso di passione. Cose dell’altro mondo si verificano in Australia e spezzano quella sorta di incantesimo in cui il Mondiale di F.1 è rimasto imprigionato per troppo tempo. Il terzo round del campionato del mondo a Melbourne segna il primo ritiro dopo 43 GP da parte del tre volte Campione del Mondo Max Verstappen. Non accadeva dal 2022 quando proprio all’Albert Park la sua Red Bull lo lasciò a piedi. Da lì iniziò la sua scalata bulimica sul tetto della F.1. Per la seconda volta a cavallo di due stagioni è la Ferrari a far tingere di rosso il tetto della classifica.

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Sainz vincitore senza sedile

Ancora una volta è Carlos Sainz a regalare la vittoria a Maranello. Era successo l’anno scorso a Singapore. Si è ripetuto a Melbourne. Lo spagnolo è balzato al comando dalle prime battute. E dopo aver infilato Verstappen ha iniziato una orgogliosa fuga per la vittoria, chiudendo una giornata da eroe davanti al compagno di squadra, Charles Leclerc. Non al cento per cento della forma dopo l’operazione di appendicite, ma al centodieci per cento in fatto di determinazione. Gli si legge nei suoi occhi di brace, che ha una gran voglia di chiudere la sua avventura a Maranello lasciando un’impronta inequivocabile e magari anche qualche rimpianto. La sua vittoria è una bella lezione per tutti e ci racconta la storia di un pilota che mette la squadra al centro della scena, che lotta ogni giorno per crescere e migliorarsi.

Per la prossima stagione dovrà cercarsi una nuova sistemazione e mentre crescono altissime le sue quotazioni di mercato (diventa uno dei piloti più appetibili del mazzo) è arrivata la conferma che il madrileno è pronto a giocarsela fino in fondo. Certo questa vittoria non racconta che da ora in poi sarà tutto diverso. L’inciampo della Red Bull sembra essere solo una nuvola passeggera, ma è ovvio che dentro a un meccanismo perfetto come ha dimostrato di essere la squadra di Milton Keynes da diverse stagioni a questa parte, il kappaò tecnico di Verstappen è un allarme che non passerà certo inosservato. Che sia lo scotto da pagare dopo il terremoto che ha diviso la squadra, incrinato rapporti, prodotto veleni? È ovvio che viene da chiederselo ma, come al solito, lo scopriremo solo vivendo.

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Ferrari unica a colpire la corazzata Red Bull

La certezza è che Red Bull senza l’apporto di Verstappen e senza il giusto supporto di Perez diventa rivale più abbordabile per la Rossa in ottica Campionato Costruttori. I due terzi posti nelle prime due gare della stagione e la doppietta di domenica scorsa in Australia certificano che la Ferrari può tentare di mettere i bastoni tra le ruote alla corazzata Campione del Mondo. Non è il caso di guardare ancora la classifica, ma dopo tre gare è evidente che per la truppa di Vasseur iniziano a esserci maggiori speranze per limare ulteriormente il gap.

Se da una parte Sainz ha costruito la vittoria di Melbourne in qualifica, Leclerc si è dovuto accontentare del 2° posto perché nel primo stint non è riuscito a passare Norris e ha giocato la carta dell’undercut. La Scuderia ha gestito al meglio il graining con la Red Bull parsa in difficoltà. La SF-24 ha mostrato il suo vero potenziale. Dopo tre GP, Verstappen comanda la classifica con 51 punti, Leclerc insegue a 4 lunghezze, Sainz (con un GP in meno disputato) a 11. È bastato che per una volta la trama dello stesso film avesse un qualcosa di diverso, per propiziare il miracolo. Evviva, c’è ancora vita sul Mondiale di F.1.


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