Troppe gare in calendario? Domenicali: "Non è obbligatorio correre in F1"

Troppe gare in calendario? Domenicali: "Non è obbligatorio correre in F1"

I piloti da tempo sottolineano come il numero di Gran Premi sia giunto al limite della sostenibilità. Domenicali replica con gli impegni della F1 verso i tifosi (e non solo) e della scelta di esserci da parte dei piloti

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F.P.

24.04.2024 ( Aggiornata il 24.04.2024 18:38 )

Shanghai ha inaugurato la serie di gare Sprint, le sei garette del sabato che accompagneranno il mondiale 2024. Alla vigilia del GP di Cina, con tempistiche insolitamente anticipate, FIA e F1 hanno diramato anche il calendario 2025, sempre su 24 appuntamenti e in larghissima parte confermati nella loro collocazione.

I piloti da tempo parlano di un limite di sostenibilità già ampiamente raggiunto e difficile da sostenere. Non solo e non tanto per chi si trova a dover "solo" girare in monoposto ma per tutti io componenti del team che sui campi di gara arrivano molto prima dei piloti e ripartono ben oltre la conclusione del GP.

24 GP sono il numero giusto di gare

Stefano Domenicali in più occasioni ha confermato come l'equilibrio attuale e dei prossimi anni sarà su un calendario da 24 GP più le gare Sprint. 

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"Penso che 24 sia un numero ottimale con gli eventi che abbiamo finora", ha commentato in Cina.

"La buona notizia di quest'anno è che mi sono assunto come una specie di responsabilità, verso i team e i promotori, di annunciare il calendario molto prima di quanto facessimo normalmente, in modo che tutti siano pronti.

Naturalmente è stato fatto un altro passo verso la regionalizzare il calendario. Non possiamo farlo completamente, ma credo che abbiamo fatto un passo giusto, quindi sono molto contento".

Guidare in F1 non è un obbligo

Ai piloti che hanno sollevato il tema di un numero eccessivo di gare in una stagione, Domenicali ha replicato: "Parlo con loro e se vuoi guidare puoi farlo tutti i giorni. Se non vuoi guidare in Formula 1, non sei obbligato a farlo.

È una questione di rispetto per i tifosi. Vogliono vederli correre ed è una responsabilità che, ancora una volta, abbiamo verso tutti i nostri fan, i nostri partner, promotori, sponsor, emittenti televisive, verso tutti.

È la magia dello sport in cui viviamo, perché abbiamo bisogno di eroi che si divertano in quello che fanno. E sono sicuro che loro si stiano divertendo".


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